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Il Blog di ELEVA

L’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia avrà ripercussioni sull’approccio alla sostenibilità delle aziende? Quella che ora è un’emergenza da affrontare nel breve termine potrebbe innescare un cambio di prospettiva a tutto tondo verso l’adozione di scelte più attente ai consumi. C’è da augurarselo. I benefici infatti non saranno solo in termini di risparmio, ma includeranno un consistente incremento della produttività aziendale e un impatto minore sull’ambiente. Il cloud sarà al centro di questa rivoluzione. 

Perché migrare in cloud l’infrastruttura IT 

Il cloud può aiutare le organizzazioni a ridurre l’impatto delle operazioni IT sul clima e sui consumi. Tuttavia, non è questo il solo motivo per cui una PMI dovrebbe affrontare una migrazione. 
 La maggior parte delle aziende che fino ad oggi ha scelto di passare al cloud, infatti, non lo ha fatto spinto da ragioni di sostenibilità. Gli obiettivi centrali sono solitamente il bisogno di innovare e ridurre i costi di infrastruttura, pagando solo per il servizio effettivamente usato. I benefici sui consumi, però, diventano subito evidenti, nonostante molti lo realizzino in secondo momento. 

Oggi, con il bisogno di limitare il più possibile il peso delle bollette sui bilanci aziendali, potremmo assistere ad una rinnovata attenzione da parte delle realtà più restie a passare a strategie IT più moderne ed efficienti. 

Strategie IT sostenibili 

Un’infrastruttura cloud ottimizzata 

Migrare sul cloud l’infrastruttura aziendale – dismettendo i server locali – comporta vantaggi su più fronti.  

Grazie a soluzioni di IaaS (Infrastructure as a Service) è possibile aumentare o ridurre rapidamente le prestazioni, consentendo di pagare solo per le risorse usate. Inoltre, si risparmia sulla gestione di server fisici e altra infrastruttura di data center. 

Si ottimizzano i carichi di lavoro delle macchine: un server locale richiede risorse energetiche per restare in funzione, ma non viene sempre usato alla sua massima capacità. 

Infine – aspetto molto importante – si riducono i costi a livello di apparecchiature e relativa manutenzione e immobili (addio sala server!) 

Sicurezza aumentata 

I cloud pubblici garantiscono la protezione dei dati e delle applicazioni offrendo alti standard di sicurezza predefiniti a livello di piattaforma, oltre a diversi strumenti di sicurezza specializzati. Il rischio che corre un’azienda con un’infrastruttura poco protetta è enorme e si traduce in perdite considerevoli. Parliamo di interruzione alla business continuity, richiesta di riscatti da parte di criminali informatici, frodi finanziarie e molto altro. L’anno scorso il cybercrime è costato alle aziende 5.5 triliardi a livello globale, secondo le stime della Commissione Europea.  

Conformità e GDPR 

Per i settori altamente regolamentati come assicurazioni, finanza, settore sanitario ed enti pubblici, alcune piattaforme cloud propongono offerte specializzate per semplificare il rispetto dei requisiti di compliance. Proteggere le informazioni sensibili degli utenti, in questi ambiti, significa tutelarsi da sanzioni e procedimenti legali che, soprattutto per i piccoli studi, possono avere un impatto devastante a livello di costi. 

Eliminare inefficienze a livello hardware 

L’utilizzo di strumentazione tecnologica in azienda avrà un impatto energetico tanto più alto, quanto meno performanti ed aggiornate saranno le macchine. Ecco perché all’uso di server locali conviene preferire il public cloud. Analogamente, l’acquisto di hardware come PC e stampanti, può essere meno conveniente rispetto a formule di noleggio, che includono anche assicurazioni e interventi di manutenzione e assistenza. Se l’impatto in sé in bolletta potrebbe essere limitato, i benefici a livello di performance e produttività saranno notevoli. 

Riduzione di costi correlati 

Il passaggio al cloud permette anche di risparmiare sui costi di condizionamento necessari a mantenere la temperatura ottimale delle sale server. Una condizione necessaria per evitare blackout e minacciare l’operatività aziendale. 

Già nel 2020, secondo un rapporto di ENEA, la climatizzazione estiva/invernale negli uffici incideva sui consumi energetici per il 57%. La spesa media era di 15€ al metro quadro. Valori che continuano a salire con l’inasprirsi della crisi climatica ed energetica in corso. 

Mentre è sempre più preoccupante l’impatto degli impianti di climatizzazione sulle bollette aziendali, i grandi cloud provider stanno implementando soluzioni avanzate basate sull’AI per ridurre in modo consistente le emissioni e i consumi nel propri data center.  

Google, per esempio, ha ridotto di circa il 40% i costi energetici dei sistemi di raffreddamento, grazie ad un algoritmo sviluppato insieme a DeepMind. 

Affidarsi al public cloud , quindi, non solo ha benefici diretti sui costi della propria azienda, ma anche a livello di sostenibilità in senso più ampio, grazie all’ottimizzazione delle risorse ed economie di scala che riescono a mettere in atto player come AWS, Google, Microsoft e via dicendo. 



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