Cosa abbiamo imparato dall’esperimento “Restart from Remote”
Durante lo scorso mese di ottobre ELEVA è stata una delle 18 aziende selezionate per il progetto “Restart From Remote“, uno studio sul lavoro in remoto promosso da Yumi, Università di Pavia (laboratorio DigITA4Good), Linkalab e Talent Garden. L’esperimento ha coinvolto 88 team, per un totale di 900 lavoratori che hanno operato da remoto per oltre il 50% del loro tempo. E’ stata un’esperienza molto interessante che ci ha messo di fronte ai vantaggi e limiti del lavoro da remoto. D’altra parte ci siamo resi conto come sia impossibile limitare a poche categorie le mille sfaccettature della realtà lavorativa quotidiana.
Restart from Remote: caratteristiche e obiettivi
Il progetto aveva due obiettivi: prima di tutto supportare i lavoratori in remoto durante il mese di ottobre 2020 con una piattaforma di digital nudging p2p. Il secondo, di raccogliere una grande quantità di dati granulari e standardizzati sul lavoro da remoto in Italia. Le piattaforme di digital nudging come Yumi hanno l’obiettivo di supportare progetti di cambiamento e miglioramento del lavoro nei team.
I collaboratori delle aziende che hanno preso parte allo studio sono stati invitati a valutare ogni giorno sull’app Yumi la performance della propria giornata. Prima di tutto è stato richiesto di esprimere il proprio mood (giornata pessima o top?) e spiegare il perché (poche idee? ottimo team di supporto?) indicando una serie di parametri “a risposta chiusa”. Tra colleghi e responsabili, ogni utente ha scelto poi alcuni coach, chiamati da Yumi di volta in volta ad offrire consigli (“nudges”) per migliorare. L’app Yumi ha analizzato tutti questi dati con un approccio scientifico. A questo, si è aggiunta un’analisi quali-quantitativa per valutare l’impatto sui partecipanti.
Ecco cosa è emerso dalla ricerca
La maggior parte degli utenti ha ridotto il bisogno di ricevere più feedback dal proprio capo e colleghi, grazie al digital nudging. Il progetto ha anche diminuito la paura di molti di dare feedback al proprio superiore e aumentato il coinvolgimento aziendale dei dipendenti. Tra le competenze più riconosciute ai propri colleghi nell’ambito del progetto, ci sono collaborazione, problem solving, gestione dello stress e lavoro per obiettivi. Le meno riconosciute, intelligenza emotiva, comunicazione e digital mindset.
Tra le caratteristiche più suggerite ai propri colleghi ci sono resilienza, gestione dello stress e agilità. Le meno indicate, digital mindset e destrezza digitale. Sembra emergere quindi una predilezione per le competenze di tipo emozionale e di work life balance, segno che il lavoro da remoto non è fatto solo di competenze digitali.
Aziende piccole, grande energia
La piattaforma Yumi ha permesso di attuare un modello di “leadership diffusa” suggerendo comportamenti da e tra colleghi di lavoro. Questi nudges hanno agito da “actionable insights” per i partecipanti al progetto, offrendo un reale supporto alle difficoltà del lavoro in remoto.
In generale, più la community aziendale è piccola e smart, più è alto il livello di energia e motivazione rilevato anche quando si opera in smart working.
Obiettivi chiari, buona energia e un team coeso sono gli elementi che influenzano di più le performance da remoto. Una spinta ulteriore è data dall’avere un buon ritmo di lavoro, un requisito emerso in tutte le 5 aziende con il miglior livello di energia. Al contrario, a frenare la motivazione quando si lavora da casa sono soprattutto stress, disorientamento, disordine: tutti elementi rilevati tra le 5 aziende con il minor livello medio di energia.
Lavorare in remoto ci piace
In generale, il lavoro da remoto piace. In tutte le aziende analizzate da Yumi in ottobre si riscontra un livello di Remote Wellness Index (la percentuale di volte in cui una giornata è stata indicata come “buona” o “ottima”) tra il 75% e il 90%.
13 aziende su 18 hanno mostrato un incremento dei livelli di energia quando lavoravano in remoto. Anche il mood dal lavoro a distanza è mediamente caratterizzato più positivamente rispetto alle giornate in ufficio.
Cosa abbiamo imparato
Sulle nuove dinamiche del lavoro in remoto avremo ancora molto da imparare nei prossimi mesi. Analizzare la nostra giornata è uno stimolo a riflettere su come migliorarci, ma la vera sorpresa è un’altra. Spesso, lavorando da casa, tendiamo a essere critici con il nostro operato o a sentirci demotivati. In realtà, se tiriamo una riga a fine giornata e facciamo il punto di ciò che è stato, ci rendiamo conto il più delle volte di aver fatto un ottimo lavoro. Capiamo di aver completato un piccolo tassello di qualcosa di più grande, che piano piano prende forma. Il potenziale di una piattaforma di digital nudging, secondo noi, sta sì nei consigli che possono darti i colleghi, ma molti insegnamenti arrivano da uno straordinario lavoro di auto-analisi e autocritica che ci permette di fermarci un momento e valorizzare nel modo corretto le nostre competenze.