HAVE A GEEK DAY

Il Blog di ELEVA

Kool è una piattaforma che organizza eventi a tempo durante i quali è possibile, previa registrazione, acquistare dai propri negozi di vestiti preferiti una o più mistery box a prezzi vantaggiosissimi. Il progetto, dopo uno sviluppo seguito passo passo da Startup Geeks, è attualmente online a questo indirizzo. Il supporto di Eleva mediante alcuni incontri di Design Collaborativo risale a quando i ragazzi di Kool erano ancora all’inizio del loro percorso e l’idea stessa si trovava ancora in una fase embrionale.

Ma che cos’è il Design Collaborativo?

Il Design Collaborativo è un servizio pensato per offrire alle startup una overview generale di quelle che dovrebbero essere le fasi ottimali durante lo sviluppo di un prodotto. L’obiettivo dei due incontri – inframezzati da una fase interna di design – non è solo quello di produrre un risultato tangibile, ma anche, e soprattutto, quello di fornire al cliente gli strumenti per poter proseguire in autonomia lo sviluppo iterando nei successivi sprint quanto appreso assieme.

Dato che “fare è il miglior modo di imparare” (ci rendiamo conto che scomodare Leopardi è forse eccessivo, ma d’altro canto la citazione calza quanto mai a pennello) abbiamo deciso di offrire alle startup la possibilità di partecipare attivamente alle fasi principali del Design di Prodotto affrontando al contempo una delle prime problematiche che chi si avventura nel mondo dello sviluppo web si trova a dover fronteggiare: la definizione del proprio MVP.

Il Minimal Valuable Product

Con MVP si intende infatti la prima versione del prodotto o servizio finale che l’azienda o la startup sta sviluppando. Se da un lato può sembrare immediato decidere cosa includere e cosa no, esistono limitazioni intrinseche con cui ci si trova a fare i conti: il budget e le tempistiche. Il rischio di sprecare fondi su feature percepite internamente come fondamentali non potendo poi includerne altre ben più appetibili per gli utenti finali è un rischio tanto concreto quanto quello di prolungare gli sviluppi sino ad uscire sul mercato “fuori tempo”.

Una tempesta di cervelli (Ideazione)

Per questo la prima fase del Design Collaborativo si concentra, attraverso degli esercizi che alternano proposte individuali e votazioni a maggioranza, nell’aiutare il cliente a individuare:

  1. Un obiettivo di business principale;
  2. Una caratteristica o funzionalità che sia propedeutica all’obiettivo di cui sopra.

Nel caso di Kool la scelta è ricaduta sullo sviluppo di un’interfaccia semplice da usare che trasmetta all’utente la sensazione di “affare” e lo induca all’acquisto. Per chiudere questo primo incontro abbiamo chiesto ad ognuno dei partecipanti di “disegnare” un flusso di utilizzo della loro app che potesse portare a questo risultato. 

Bassa fedeltà (Prototipazione)

A questo punto ci siamo occupati della prototipazione del flusso da loro votato come “migliore” cercando per quanto possibile di non correggere nulla poiché gli eventuali (ma sarebbe meglio dire inevitabili) errori sarebbero emersi a tempo debito. L’unico intervento è stato volto a circoscrivere una parte del flusso (che nell’interezza della proposta votata avrebbe rappresentato da solo la quasi totalità del progetto) su cui sviluppare il prototipo a bassa fedeltà. Limitare la quantità di funzionalità da testare, aumentando nel caso il numero di iterazioni, è infatti un tratto caratteristico di questo tipo di approccio.

Non ci sono errori o fallimenti, solo lezioni (Testing)

Per i ragazzi di Kool è quindi giunto il momento di mettere alla prova le loro intuizioni. Quale miglior modo darle “in pasto” a degli ignari tester?
Dopo aver contattato alcune persone, avendo cura di sceglierle tra quelle con i background più disparati (è sempre bene evitare l’omogeneità in questi casi o comunque chi lavora nel settore), le abbiamo messe di fronte al prototipo con solo un piccolo “brief” circa la situazione immaginaria in cui si trovavano:

a seguito di alcuni annunci mirati di marketing sei finito su questa nuova piattaforma dove è possibile acquistare mistery box messe in palio da diversi negozi di abbigliamento. Utilizza la piattaforma come meglio credi facendo le scelte che preferisci sapendo che disponi di un budget per i tuoi acquisti di soli 50 euro

Abbiamo quindi osservato questi “clienti” improvvisati mentre passavano da una pagina all’altra, annotando ogni loro interazione: quanto si soffermano sulla pagina X? Quante volte tornano indietro? Faticano a trovare le CTA fondamentali per proseguire il loro journey verso l’acquisto? Quanto spendono in media?
Terminato il test abbiamo posto loro delle domande – ad esempio il perché del negozio scelto, o della cifra spesa o altro ancora – per meglio contestualizzare le loro scelte.

Grazie a questi feedback abbiamo potuto facilmente dedurre quali parti del design funzionavano e quali invece andavano modificate, ottenendo al contempo informazioni aggiuntive relative all’ammontare della spesa effettuata ed alla scelta tra un negozio noto ed uno sconosciuto. Con questi nuovi insight abbiamo analizzato il flusso scelto inizialmente evidenziandone pregi e difetti, ponendo le basi per delle correzioni e delle successive interazioni. 

Prendi l’arte e mettila da parte

Ideazione, prototipazione e testing; Queste 3 fasi sono essenziali nel design di prodotto e vanno iterate più e più volte al fine di eliminare ciò che è superfluo o non funzionale al progetto. Il cliente ha imparato, sperimentandolo in prima persona, che dedicare una piccola parte del budget al design può portare ad uno sviluppo più spedito e, soprattutto, ad arrivare sul mercato con un’idea in parte già validata. A corollario abbiamo ricordato loro che vi è un altro step molto importante (non incluso per mere questioni di tempo e perché non essenziali ai fini dell’esercizio) che si pone a monte di tutto il processo: la User Research, di cui tratteremo, eventualmente, in un articolo dedicato. 

Kool oggi

Kool è oggi ufficialmente sul mercato. A marzo c’è stato il primo fine settimana di vendita delle Mystery box: gli utenti hanno finalmente potuto acquistare i pacchetti Kool, iscrivendosi alla piattaforma e diversi store si sono uniti al progetto per gestire il proprio invenduto con un approccio sostenibile. Sul marketplace, infatti, i negozi di abbigliamento possono guadagnare da deadstock & slow movers, liberando il proprio magazzino. Si tratta del primo progetto del genere in Italia.

Il debutto della startup su un vero pubblico ha permesso di raccogliere nuovi feedback, evidenziando ulteriori punti forza, criticità e idee da mettere a punto. Il lavoro di Design Collaborativo ha permesso però di gettare le basi per una struttura di sviluppo ed evoluzione del progetto flessibile e facilmente soggetta a modifiche, per venire incontro al mercato.

Il workshop con Eleva è stato fondamentale. Prima di lavorare con il team di Eleva non ci eravamo mai “scontrati” con tutto ciò che riguarda il design collaborativo e la UX-UI.” Ha spiegato Alice Sebastianis, cofondatrice di Kool. “L’analisi degli obiettivi, e dare un ordine di priorità, è fondamentale. Sotto la guida professionale del team di Eleva abbiamo analizzato, studiato e validato quello che vogliamo diventi la nostra web app. La cosa più importante che abbiamo imparato è sicuramente la fase di validazione. Validare sempre ogni “step” anche se MVP non è finito e non è perfetto, in quanto quello che per noi può sembrare ottimale e “banale” per un’altra persona non lo è, e si rischia veramente di perdere tempo e risorse. Eleva ci ha aiutato ad estrapolare le idee migliori dal nostro team, e non possiamo che ringraziarli per il prezioso tempo che ci hanno dedicato.”

Gli strumenti giusti sono importanti

Per organizzare le sessioni collaborative abbiamo utilizzato una combinazione di Microsoft Teams e Invision. Con il primo abbiamo schedulato tutte le call, mentre sul secondo abbiamo creato le board per la sessione di ideazione e di raccolta feedback a seguito dei test. Il prototipo a bassa fedeltà è invece stato sviluppato mediante Adobe XD.



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